venerdì, marzo 09, 2012

Tre libri che potete scrivere.

Se cercate su Google "blocco dello scrittore" salteranno fuori centinaia di siti pronti a darvi suggerimenti più o meno originali per questo duro male che affligge i narratori, più o meno esperti. Il blocco dello scrittore è una vera e propria paralisi di idee di fronte al foglio bianco, una vertigine creativa che, una volta, faceva ammonticchiare pallottole di carta appena sporcate di parole sbagliate. Molti scrittori di grande fama avevano un vero e proprio elenco di regole per approcciarsi alla narrazione. Stephen King è molto metodico, si siede sempre nella stessa posizione, con a fianco un bicchiere d'acqua o di thè, tiene i fogli nello stesso ordine, creando una sorta di tranquilla monotonia che lasci libero il cervello di sognare. Günter Grass afferma di non scrivere mai di notte, perché le idee vengono fuori troppo facilmente. Kafka lavorava specialmente di notte. Hemingway paragonava il processo creativo ad un rapporto d'intenso amore carnale. Bukowski, semplicemente, diceva di non iniziare mai "provandoci". Quando il metodo funziona, raramente uno scrittore lo abbandona. E' come se ci fosse un momento magico, o un rituale segreto che permette di estrarre il sublime da una semplice catena di parole. A volte può non bastare. Nessuno osa paragonarsi a questi maestri, soprattutto in quei momenti in cui sembra che non si riesca a cavare il ragno dal buco. Ma forse un rimedio c'è, e ve lo vogliamo proporre.
Keri Smith, illustratrice e blogger, ha realizzato una collana di libri molto particolare.



Wreck This Journal, è un invito al gioco. Infatti le pagine sono piene di bizzarre ed inaspettate attività inconsuete con cui sciogliere la propria fantasia. Sono indicate delle istruzioni, da seguire senza un ordine preciso. Ci sono pagine dedicate alle macchie di caffè, pagine dove unire puntini ad occhi chiusi, da bucare con la penna, da tagliare con oggetti contundenti. Oppure semplicemente per saltarci sopra con le scarpe. La cosa straordinaria, guardando ai diversi risultati, è che queste regole si prestino alle più diverse interpretazioni da parte dei propri co-realizzatori. Tutto sta nel lasciarsi andare, tralasciando la paura di rovinarlo.
E' fatto proprio per questo!
Ovviamente, poco dopo averlo scoperto, sarà difficile separarsene.




Finish This Book non è un semplice libro da completare. Vi farà calare nei panni di un vero investigatore letterario. L'artista presenta un caso misterioso da risolvere, connesso con alcune pagine strappate che ha ritrovato una notte in un parco. Le istruzioni sono più dettagliate, talmente stimolanti che potreste ritrovarvi camuffati con occhiali,baffi e basette di carta mentre seguite uno dei passaggi del training che il libro propone. Purtroppo non posso dirvi di più, perché rischierei di rovinarvi la sorpresa!




This Is Not A Book propone un esercizio creativo ancora più incredibile. Si parte proprio da questo titolo di ispirazione Magrittiana, per un viaggio di decostruzione che sembra coinvolgere solo la fisictà del libro stesso, ma finisce per dare linfa nuova alle idee. Dovrete usare la vostra immaginazione nel modo più libero possibile. Inventare una tecnica per far muovere il libro, scrivere un messaggio su un albero, oppure fare la stessa cosa per un mese, come indossare una maglia al contrario o canticchiare per strada andando a lavoro.




Keri Smith prende ispirazione da artisti diversi. José Saramago, Georges Perec e il filosofo Bachelard che affermava: "Il sogno ad occhi aperti non è un vuoto mentale. E' piuttosto il dono di un'ora che conosce la pienezza dell'anima" Alla fine, quando i libri saranno completati, scoprirete di non aver semplicemente contribuito a riempire un formulario. Il libro sarà a tutti gli effetti vostro, seppur guidato. Perché a volte l'immaginazione deve essere risvegliata, e questi piccoli esercizi vi faranno scoprire che basta sollecitarla giocosamente, per tornare a riempire il famoso foglio bianco di idee inaspettate.


Alessio MacFlynn








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mercoledì, marzo 07, 2012

Un anno di spiccioli.


Oggi "Hai da Spicciare?" compie un anno!

Un ringraziamento speciale a tutte le persone che hanno regalato il loro supporto e il loro tempo a questo blog. La vostra pazienza e il vostro incoraggiamento sono stati fondamentali.

E naturalmente un grazie a tutti gli squattrinati che sono capitati nel nostro spazio virtuale e continuano a seguirci. Sarebbe bello potervi salutare personalmente uno ad uno!

Un anno di spiccioli è lungo da raccontare, ma crediamo che la cosa più interessante sia quello che sta avvenendo adesso. Il nostro spazio virtuale si arricchisce sempre più di contenuti.
Ci sono altre sorprese in arrivo e speriamo di continuare a  tenervi compagnia nel modo più originale possibile.
Lasciate un commento, oppure mandateci una mail!
Insomma, fatevi sentire per qualsiasi pensiero vi passi per la testa, o anche solo per farci gli auguri!
Un saluto a tutti!

Quelli di Hai da Spicciare?









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martedì, marzo 06, 2012

Un Vladimir è per sempre.


Tecnicamente parlando, l’elezione del buon Vladimir Vladimirovic Putin è assolutamente costituzionale, e assolutamente russa. Sarebbe infatti stato anticostituzionale se lui si fosse concesso più di due mandati consecutivi, ma grazie ai servigi del giovane Dmitrij V.V. si è tolto agilmente da quest’impaccio. E per quanto riguarda i brogli, alcuni protestano ma nessuno si sorprende: dopo la caduta dell’URSS si è fatto sempre così. Credo che per capire ben bene che cosa è successo in Russia durante e dopo la perestrojka, e cosa continua a succedere, più che leggere manuali di storia, articoli o giornali, bisognerebbe leggere qualche autore surrealista. E non c’è che l’imbarazzo della scelta, perché alla fine degli anni Ottanta è come se la realtà fosse arrivata ad un punto talmente parossistico, che, per la maggior parte degli autori, scivolare nel fantastico e nel surreale è stata la scelta più naturale. Così nasce il postmodernismo russo. In questo periodo vedono per la prima volta la luce opere di poco precedenti, scritte tra gli anni Settanta e Ottanta (di autori come Bitov, Erofeev, Prigov, Tolstaja e Sorokin), ma al tempo stesso emerge una nuova generazione di scrittori che raccolgono quest’eredità e la portano vivacemente avanti, come per esempio B. Akunin e Viktor Pelevin. Quest’ultimo è uno degli autori più benvoluti da critica e pubblico degli ultimi anni, e a ben ragione. Pelevin riesce infatti a mostrarci impietoso il quadro di sfacelo della Russia post-sovietica e putiniana parlando di tutt’altro. Storie che si svolgono in ambientazioni fantastiche e mondi paralleli, riempite di figure che non sono forse che ombre, ci instilla il sospetto che stiamo vivendo una vita da sonnambuli, sia colpa della vodka, del politichese o della televisione.
Come primo approccio consiglierei di leggere una raccolta di racconti: “Un problema di lupi mannari nella Russia centrale” così da prendere un assaggio della satira poetica e surreale in forma condensata, prima di cimentarsi coi più impegnativi, ma meravigliosi, romanzi. Se tutto va bene, dopo qualche ora di lettura vi precipiterete in biblioteca (o in libreria, se avete i fondi e i libri vi piace tenerli) per accaparrarvi tutto quello che di lui è stato mai tradotto in italiano. 

E tornando all’elezione di V.V., all’idea che in Russia tenga sempre a prevalere la stabilità contro la democrazia e che ci siano dei meccanismi che continuano a ripetersi uguali a se stessi, uno di questi racconti, “Taishow Chuan Urss. Fiaba popolare cinese.” smembra i meccanismi di questo avvicendarsi del potere. Il giovane Chang, contadino in una comune cinese che passa le giornate ubriaco nel suo deposito di riso cercando di sfuggire al capo ‘Engels di Bronzo’ (soprannominato così per la grande competenza politica e la forza fisica), viene improvvisamente sequestrato da due funzionari russi e comincia suo malgrado una lenta ma inesorabile scalata verso il potere con il nome di compagno Salamonskij e il ruolo di governatore. 

“E cosa è accaduto al governatore precedente?” chiese Chang. 
“Il governatore di prima” rispose il portavoce “somigliava a un maiale; veniva mostrato di frequente in televisione, e i lavoratori per un po’ dimenticavano la carenza di carne. Ma poi il Figlio del Pane ha appreso che il governatore nascondeva il fatto di essere stato decapitato da un pezzo e di avvalersi dei servigi di un mago.” 
“E come facevano allora a mostrarlo in televisione, se era stato decapitato?” chiese Chang. 
“Era proprio questa la cosa più umiliante per i lavoratori.” rispose il portavoce, e poi tacque.

Arrivato al vertice, Chang viene eliminato appena osa proporre di rivelare la verità alla gente e costretto a tornare al suo deposito di riso, solo per accorgersi che tutta la vicenda si è in realtà svolta in un grosso formicaio ricavato in un vecchio carro armato giapponese, dove grasse formiche strisciavano da una tana all’altra. 
Mai vivisezione fu più grottescamente spassosa.

Giulia McNope











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