Esce oggi nelle sale italiane Dallas Buyers Club, diretto da Jean-Marc Valléè. Ispirato ad una storia vera, il film ripercorre le vicende che hanno portato Ron Woodroof, elettricista specializzato di Dallas (interpretato da Matthew McConaughey), ad intraprendere una battaglia fuori dagli schemi contro il virus dell'AIDS.
L'articolo che segue, dal titolo "Buying time", è stato scritto da Bill Minutaglio ed è apparso nel Dallas Morning News il 9 agosto 1992. Il giornalista americano racconta l'incontro con Ron, riportando la sua storia e numerosi aneddoti della sua vita da contrabbandiere di farmaci.
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Ci sono 500.000 pillole stipate nel bagagliaio della Lincoln Continental presa in affitto.
Ron Woodroof, fuorilegge sboccato, ispido come un ocotillo, sta bazzicando nell'inquieta città di confine di Nuevo Laredo, Messico. Ha comprato la sua solita bottiglia di tequila e l'ha accuratamente poggiata sulle scatole delle pillole. A volte, prima di riuscire a guidare verso il Messico per prendere i suoi farmaci, si veste come un prete. A volte si veste da medico - camice bianco, stetoscopio, targhetta di plastica.
A volte, come in questo viaggio, porta la Lincoln da un meccanico che installa robusti ammortizzatori ad aria che impediscono alla macchina di sbandare quando viene caricata con i narcotici illegali.
"Oh, al diavolo", insiste Ron, col suo sguardo da falco e il capello corto. Sembra il gemello cattivo del Dr. Red Duke . "Se stai solo un po' attento, non ti prenderanno mai". Dal 1986, quando ha lasciato il suo lavoro a Dallas come elettricista, ha fatto questo viaggio attraverso l'imprevedibile confine messicano 300 volte, dice. È prudente, ma non è mai una passeggiata. Si suda molto e le mani perdono sensibilità. Vivi in un motel di terza categoria mentre aspetti il tuo contatto. Ti devi guardare dai federali, dagli informatori, dalla Drug Enforcement Administration e dalle persone che ti ucciderebbero per la droga o per il denaro.
"Non mi hanno mai sparato", dice. "Non ancora".
"In normali condizioni di contrabbando, probabilmente commetto sei reati e Dio sa quante infrazioni", dichiara senza problemi. Agita la mano sprezzante: "Ho rinunciato a stare attento alle infrazioni. Amico, quelle sono noccioline".
Per prepararsi a questo attraversamento del confine, si è seduto con un blocchetto per gli appunti di fronte al posto di controllo americano sul Rio Grande, osservando la routine. Era a caccia di uno schema numerico, qualcosa che gli facesse intuire quando le guardie di frontiera stavano probabilmente per fermare qualcuno. Dopo aver capito, si è recato a Nuevo Laredo e ha caricato la Lincoln con le sue pillole.
Ora, ha fatto la strada al contrario, ha attraversato il Rio Grande e sta puntando al posto di controllo americano.
"Sei un cittadino degli Stati Uniti ?", chiede l'ufficiale di confine degli Stati Uniti in uniforme verde.
"Sì, signore, lo sono", risponde Ron.
Improvvisamente, sente un fischio dal retro della Lincoln. L'aria sta uscendo dagli ammortizzatori. La Lincoln comincia a cedere sotto il peso di tutte quelle pillole. Ron guarda dritto davanti a sé. La guardia sembra metterci una vita. Finalmente l'ufficiale di frontiera si piega, guarda nel finestrino della Lincoln e dice di proseguire. La parte posteriore della macchina si sta abbassando. Appena Ron spinge sul gas, la Lincoln raschia rumorosamente su una buca lungo la strada. Ron aumenta la velocità. La Lincoln e 500.000 pillole si perdono nelle strade pazze di Laredo. Dal suo specchietto retrovisore può vedere che nessuno lo sta inseguendo. E, appena imbocca la Interstate 35 per il viaggio di sette ore che lo riporti a Dallas, Ron Woodroof pensa che è stato all'altezza della sua reputazione di cowboy più sfacciato della comunità clandestina dei malati di AIDS. I farmaci di contrabbando nel suo baule sono trattamenti sperimentali destinati a malati terminali con il virus dell'AIDS.
I farmaci non sono approvati per l'uso da parte del governo federale. Ma ora che Ron Woodroof ha portato le pillole negli Stati Uniti, le distribuirà silenziosamente da costa a costa ad una banda disperata di clienti coi soldi in mano. Gli è stato diagnosticato l'HIV nel 1986. Lui e la sua fidanzata - anche lei risultata positiva al virus dell'AIDS - sono giunti alla conclusione ponderata che, a volte, tempi disperati richiedono misure davvero disperate. "È obbligatorio, questo è il problema", grida Ron, tornato nella piccola tranquillità del suo ufficio anonimo di Dallas. "Non si tratta di voler prendere o meno questi rischi, la questione è che devi prendere questi rischi".
"Questo è quanto. Non mi piace, perché se mai dovessero pizzicarmi, troverebbero tutti i tipi di merda su cui presentare delle accuse. Starei portando troppi contanti, troppe droghe, troppo di tutto. Sarebbe un'accusa dopo l'altra. Sarebbe un elenco... lungo quanto il tuo braccio".
"Questo è quanto. Non mi piace, perché se mai dovessero pizzicarmi, troverebbero tutti i tipi di merda su cui presentare delle accuse. Starei portando troppi contanti, troppe droghe, troppo di tutto. Sarebbe un'accusa dopo l'altra. Sarebbe un elenco... lungo quanto il tuo braccio".
Migliaia di persone sostengono che, per poter rimanere in vita qualche giorno in più, un paio di settimane in più, devono fare affidamento sui farmaci che Ron Woodroof contrabbanda. Dicono che il governo e le aziende farmaceutiche stanno cospirando per giocare a fare Dio con le loro vite - e stanno cercando di fare soldi limitando il numero di farmaci per l'AIDS sul mercato. Il governo e le aziende dichiarano a gran voce che i pazienti affetti da AIDS stanno giocando alla roulette russa con i farmaci a rischio - quelli che li uccideranno.
Per molte persone sieropositive, rischiare la morte è un punto alquanto discutibile.
Bill Hunt |
Come la maggior parte delle persone, Bill Hunt ricorda esattamente quando si è confrontato con la propria mortalità. La notizia si è stesa su di lui come un sudario. Era il novembre del 1986, e i medici gli dissero che sarebbe morto in due anni.
"Sorpresa", dice nel 1992.
A differenza di molte persone, Bill Hunt ha deciso di prendere in mano il suo destino. Non di affidarlo nelle mani del governo. Le sue mani , dice, lo hanno salvato dall'essere uno dei quasi 150.000 americani che sono morti di AIDS. Lui e molti dei suoi conoscenti sono clienti abituali dei prodotti di Ron Woodroof.
Si tratta di gestire il proprio destino?
"Gestire la propria sopravvivenza", risponde seccamente.
Oggi, presso il Centro di ricerca sull' AIDS a Dallas, sovrintende diversi programmi per donne e uomini che non hanno i soldi, le conoscenze o le capacità per prendersi cura di se stessi in modo indipendente. L'ottanta per cento di loro vive sulla soglia della povertà, mentre cerca di allontanare una malattia costosa e vorace.
Bill Hunt dice che il suo lavoro ha messo molte cose a fuoco: ora sa perché i malati terminali che non possono permettersi da mangiare saranno comunque disposti a spendere tutto il possibile per i farmaci sperimentali.
"Siamo sempre alla ricerca di qualcosa, di qualsiasi modo per rimanere in vita", dice con una voce priva di emozione.
Migliaia di persone sieropositive negli Stati Uniti stanno facendo la stessa cosa . Ci sono nove principali, soprattutto senza scopo di lucro, "buyers club" e la maggior parte funzionano nello stesso modo, sorprendentemente organizzato.
Ai clienti interessati sono stati dati i listini di prodotti, dove sono elencati centinaia di articoli, dal "latte di cardo" a sostanze più controverse come il Compound Q, il DDC e l'interferone alfa. Il club di Dallas ha importato ben 112 sostanze chimiche che non sono approvate negli Stati Uniti. I club acquistano i prodotti con i soldi raccolti dai soci. Le sostanze possono provenire da qualsiasi tipo di fonte, inclusi i chimici americani che lavorano in segreto, oppure dai paesi (Inghilterra , Germania, Giappone , Danimarca e altri) che hanno approvato i prodotti. I club inviano i farmaci ai laboratori per i test di purezza. Calcolano il prezzo per coprire qualsiasi tipo di fattore, comprese le spese di contrabbando, l'analisi e la spedizione. Infine, i buyers club avvertono i clienti - ancora e ancora - che utilizzeranno i prodotti a proprio rischio.
Nessuno è stato in grado di compilare statistiche precise sul numero di persone che sono state male o che hanno perso la vita con i farmaci sperimentali.
Dal momento che l'intera rete è un sottoprodotto di un movimento anti-establishment, tali sottigliezze numeriche sono difficili da scovare. Ad esempio, il Compound Q - contrabbandato dalla Cina - è stato ritenuto responsabile di diversi casi di demenza e almeno due morti. Mentre la US Food and Drug Administration (FDA) fa sapere di essere a conoscenza di tali rapporti, un portavoce dice che l'agenzia non ha ottenuto statistiche definitive perché la sostanza non è un farmaco autorizzato.
Alcuni dei club fanno affari in città che non sospettereste. Quello ultra aggressivo in Fort Lauderdale ha la metà dei suoi 12.000 membri che telefonano o inviano via fax gli ordini dall'Australia o dal Giappone. Alcuni club, a seconda di dove sono e di chi li dirige, preferiscono rimanere segreti. Altri operano con una libertà quasi sorprendente. Il primo, il PWA Health Group di New York, ha iniziato nel 1987 e ora serve circa 5.000 persone che spendono circa 1.25 milioni di dollari l'anno, secondo alcuni rapporti pubblicati. Il Club di San Francisco, la Healing Alternatives Foundation, ha circa 7.000 membri.
Il club di Dallas, sempre fondato nel 1987 ed ancora supervisionato da Ron Woodroof, ha 4.000 clienti abituali. Ha anche guadagnato la reputazione di gruppo più selvaggio, quello disposto ad assumersi più rischi negli Stati Uniti.
"Loro sono all'avanguardia e non gliene frega niente di cosa pensi la gente di loro", insiste Tom Blunt, il capo di un buyers club molto più conservatore di Atlanta, che ha coltivato legami con le tradizionali agenzie di servizio sociale. "Molto dipende da quel tipo di atteggiamento da cowboy o da pirata, quella sensazione di contrattaccare". Lui e altri dicono che il club di Dallas è prezioso per i malati di AIDS in tutto il mondo. Fa quel lavoro rischioso, sporco e illegale che altri club evitano. E fornisce gli altri club con prodotti che non proverebbero mai a portare negli Stati Uniti. Nel frattempo, anche se ci sono un sacco di critici, alcuni clienti sieropositivi a Dallas apprezzano sia l'immagine sia la realtà del loro club. Per molti si traduce nella differenza tra la vita e la morte.
"Ehi, io sono grato di vivere a Dallas, Texas, e abbiamo il buyers club migliore che si possa avere. Penso che abbia salvato molte vite", dichiara Bill Hunt, che ritiene che la personalità combattiva del club di Dallas abbia pesato contro quella che lui descrive come una pietosa mancanza di disponibilità dei servizi convenzionali in Texas. "Noi non abbiamo tempo per aspettare", dice, riferendosi alla medicina tradizionale. " E, sì , siamo disposti a prenderci grossi rischi".
Lui è affetto da una malattia mortale chiamata MAI, una malattia di origine batterica, che alcuni medici dicono essere la principale causa di morte tra le persone con l'AIDS nella contea di Dallas. Mesi fa, lui era disperatamente alla ricerca di un antibiotico allora non approvato chiamato claritromicina. La voce che girava negli ambienti clandestini era che avrebbe aiutato a mantenere in vita le persone con la MAI.
La Food and Drug Administration stava ancora aspettando i risultati dei test sul farmaco, quando Bill Hunt seppe che suo fratello stava facendo un viaggio di ritorno dall'Europa, dove la claritromicina era disponibile presso alcuni laboratori.
Ha chiamato suo fratello: "Guarda , devi comprare questo farmaco. Ho bisogno di questo farmaco".
Ha programmato di comprarne per 2.000 dollari, la fornitura di due mesi. Il giorno che suo fratello è arrivato con la spedizione è stato il giorno che la FDA ha finalmente concesso l'approvazione per l'uso di claritromicina.
Bill Hunt non ha mai rimpianto la sua mossa o il denaro che ha investito nel mercato clandestino. Va ancora regolarmente al club di Dallas per qualsiasi cosa ritenga possa scongiurare la morte. E pensa che l'intera rete sotterranea sia più che preziosa. Per lui è l'indice di quanta poca considerazione abbiano i politici, la FDA e le imprese farmaceutiche orientate al profitto verso le persone con l'AIDS.
"Viviamo in un paese in cui i politici ed altri non sosterrebbero nemmeno i programmi di prevenzione per salvare le vite dei propri figli". Dato questo scenario, perché dovrebbero preoccuparsi per le persone che già hanno l'AIDS, visto che sembrano essere una popolazione sacrificabile?
Sono da poco passate le 11:00 nell'ufficio di Swiss Avenue del Dallas Buyers Club. Una goccia di pioggia colpisce ripetutamente l'auto nera - quella pesantemente decorata con gli adesivi delle assicurazioni messicane - parcheggiata nel vialetto. Ci sono cose interessanti nelle notizie di questa giornata. Il vice presidente Dan Quayle, che non ha la fama di essere un eroe per la lotta all'AIDS, ha annunciato iniziative volte ad accelerare l'accesso ai nuovi farmaci. Inoltre, il Parkland Memorial Hospital ha annunciato che un antibiotico sperimentale, la rifabutina, potrebbe aiutare a prevenire le infezioni mortali. È difficile da dire, ma Ron Woodroof, irascibile come un personaggio di Lonesome Dove, pare contemporaneamente a conoscenza di entrambe le notizie e che non se ne curi.
"Loro possono dire che faranno tutte queste cose, ma dove sono i fatti?" Vuole sapere, mentre si appoggia allo schienale della sedia e culla la sua seconda tazza di caffè.
Ron Woodroof dice di sapere dove sono i fatti. Nella sua mente, tutto si riduce in numeri. Il numero di globuli bianchi che avete, il numero di pillole da prendere, il numero di giorni tra una pillola e l'altra... il numero di giorni rimasti da vivere. Si sommano tutte queste statistiche e si prova a capire quali farmaci approvati o meno si vogliano assumere. È davvero così semplice, dice.
"Qui ci sono alcuni numeri per voi", comincia. "Non avevo realizzato subito, ma a partire da dicembre, le mie probabilità di essere vivo stavano 20.000 a uno. Dubito molto che vorrei sedermi ad un tavolo da gioco con quelle quote. La chiave è conoscere se stessi. Si tratta di una competizione, ma diavolo, se sai cosa stai facendo, devi solo mantenere la rotta".
Poteva parlare di contrabbando pericoloso, ma qui si tratta di essere padroni del proprio destino - o almeno della propria farmacia. "Pensa al peptide T ", dice, riferendosi ad un trattamento sperimentale usato per combattere la demenza legata all'AIDS. "Non ho scelta con il peptide T. È l'unico filo che ho per rimanere in vita. Quando lo interrompo, inizio a trascinare la gamba. Mi piscio addosso. Non posso parlare. Sbavo per tutta la dannata stanza".
Nel 1990, il governo ha preso provvedimenti, dicendo al suo fornitore di fermare la spedizione del farmaco dalla Danimarca. Un paio di settimane prima di Natale, nel 1990, Ron ha intentato causa contro la FDA per ottenere il peptide T.
"Avrò una chance maggiore di chiunque altro. Se è là fuori, se posso mettere le mani su di esso, se lo posso comprare, avere sottobanco, rubare o qualsiasi altra cosa, lo troverò", dice. "Se avete intenzione di vivere, non è possibile accumulare troppe informazioni. Non mi affido alla storia di nessuno. Non mi interessa quello che un medico mi dice. Ho i miei numeri".
Un giudice federale della California alla fine si è pronunciato contro Ron Woodroof - ma un accordo è stato siglato con la FDA per permettergli di ottenere il farmaco e fornire alla FDA i suoi dati personali. Non era la prima volta che questo controverso uomo di Dallas scriveva il suo capitolo nella storia tormentata dell'AIDS in America.
Quando circolano le voci di un trattamento promettente, la parola si sparge nella comunità sotterranea dei malati di AIDS. I Club frettolosamente chiamano gli esperti compassionevoli dentro l'establishment medico spesso ostile. I membri si mobilitano per studiare attentamente i testi ( Ron Woodroof va nella biblioteca del Southwestern Medical Center, Università del Texas). Se riescono a ottenere un campione, il buyers club immediatamente si rivolge ad una manciata di amichevoli laboratori statunitensi per farlo analizzare.
A volte, le persone in cerca di un nuovo trattamento si ritrovano perseguitati dalla versione anni novanta dei guaritori ambulanti. Ogni settimana, i capi dei Buyers Club si ritrovano seduti di fronte ad eloquenti sconosciuti che portano valigie piene di promesse. "Noi diciamo alla gente che se qualcuno nomina la parola di quattro lettere "cura", deve tenersi stretto il portafoglio e correre via ", avverte Lenny Kaplan, il leader dalla parlantina veloce del turbolento buyers club a Fort Lauderdale. "Una delle migliori frodi per fare soldi oggi, è nel regno delle malattie letali". Per superare i maestri della truffa, i suoi prodotti sono testati presso la scuola di farmacologia dell'Università di Kent, in Inghilterra.
Ron Woodroof, come al solito, arriva al punto: "Nessuno verrà a spargere merdosa polvere magica sulla mia testa e mi dirà che sono guarito". Ma, proprio perché questo è l'AIDS, proprio perché c'è bisogno di sapere, si ascolta ogni sconosciuto e si insegue ogni suggerimento.
Nel 1990, l'interferone alfa era ciò di cui le persone parlavano. Si trattava di un elemento venuto fuori da una ricerca fatta, tra gli altri, da un oscuro scienziato di veterinaria ad Amarillo. L'attenzione si è immediatamente spostata in Giappone e su un laboratorio che forniva ai ricercatori la sostanza sperimentale, ancora oggetto di accesi dibattiti.
Nel marzo del 1990, Ron Woodroof si affrettava ad organizzare il suo kit di contrabbando per l'estero. Stava inseguendo quel sogno ad occhi aperti. C'erano 25.000 dollari in banconote di piccolo taglio, la misura perfetta per le tangenti. C'erano camicie ed abiti discreti, per non attirare l'attenzione. Valigetta di pelle nera dell'uomo d'affari. Il cappotto lungo per nascondere la valigetta. Dopo essere atterrato all'aeroporto Narita di Tokyo, si è diretto verso la sede degli Akira Biochemical Laboratories e si è seduto dall'altra parte della strada. Ha aspettato che i dipendenti uscissero dal lavoro e si incamminassero verso un piccolo bar lì vicino.
Unitosi ai lavoratori, ha offerto giri di bevute, ha raccontato barzellette e se li è fatti amici. Grazie ad uno di loro - e dopo una tangente di 500 dollari - è stato finalmente in grado di ottenere una copia dei conti della ditta di credito. Ha fatto scorrere l'elenco fino a trovare un medico di Tokyo che era in ritardo di 90 giorni per il suo pagamento alla società. Ha chiamato il medico fiscalmente a rischio. "Ti pago 1.000 dollari per una visita ambulatoriale", ha detto al medico giapponese. Un appuntamento è stato immediatamente fissato.
Il medico alla fine ha ordinato 36 flaconcini di interferone per il suo nuovo amico americano. Ron lo ha imballato nel ghiaccio secco nella sua valigetta.
Mentre stava raggiungendo l'aeroporto, la condensa si stava formando sulla parte esterna della valigetta. Peggio ancora, il ghiaccio secco stava facendo uscire piccoli sbuffi di fumo. Ron decise di riporre il farmaco, con un po' di ghiaccio, in un armadietto. Con il resto del ghiaccio nella sua valigetta, si è avvicinato all'addetto dei controlli della dogana giapponese. È stato subito preso da parte e perquisito.
"Perché il ghiaccio secco?", gli ha chiesto.
"Perché", ha risposto, "ho un debole per il ghiaccio secco".
Dopo altre domande, altre ispezioni, finalmente è stato lasciato andare. Ha aspettato un po' e poi è tornato all'armadietto. Ha imballato di nuovo l'interferone e si è incamminato verso la dogana. La sua prima volta in dogana, era stato interrogato a lungo da diverse persone. Questa volta, come aveva sperato, ci era passato attraverso senza problemi. Più tardi, l'ingresso negli Stati Uniti è stato un gioco da ragazzi. Ha coperto la valigetta con il cappotto e ha fatto passare l'interferone alfa attraverso la dogana.
"Alcuni dei grandi club non ci apprezzano", dice un giorno Ron nel suo piccolo ufficio. "La loro tesi è che ci muoviamo troppo in fretta. Ebbene, cos'è troppo veloce? Dicono, beh, quel farmaco potrebbe essere tossico, non lo sappiamo". Ora, uno dei più noti trafficanti di farmaci per l'AIDS in America, sta urlando: "Dannazione... io non vedo come ci possa essere qualcosa di più tossico dell'HIV. Ho preso dei rischi che mi hanno quasi ucciso e continuerò a prenderli. Non ho nulla da perdere".
Il Dr. Thomas Chalmers della Harvard School of Public Health, ha qualcosa da perdere - la sua pazienza. Il portavoce più ardente contro la comunità clandestina dei malati di AIDS è arrabbiato per i buyers club - e con i media.
"Io dico un sacco di cose da molto tempo ( ai giornalisti ), e poi chiunque sia, estrapola la frase che fa apparire sotto una buona luce il buyers club", dice lui, la sua voce è piena di rabbia.
"Io sono contro i buyers club, in primo luogo perché in media è peggio per le persone che hanno la malattia ottenere i loro farmaci fuori per strada. Corrono il rischio di assumere farmaci impuri o non correttamente regolamentati, ma corrono il pericolo di prendere i farmaci sbagliati al momento sbagliato. Mi puoi citare su questo". Il Dr. Chalmers, che è diventato una sorta di paria tra i difensori degli attivisti, giura che viene frainteso. "Posso capire la disperazione di persone che sentono di dover assumere qualcosa e che moriranno se non lo fanno. Sono favorevolissimo a fargli ottenere il miglior trattamento possibile, ma in media il rischio è di essere lesi dal trattamento indiscriminato". Si fa beffe dell'accusa che la FDA e le aziende farmaceutiche negli Stati Uniti stiano cospirando per rallentare la distribuzione di farmaci testati e approvati - e crede che il movimento clandestino allontani la gente da studi accuratamente controllati, gestiti da aziende farmaceutiche. Per anni, da quando l'AIDS è diventata un flagello, gli attivisti hanno sostenuto che le grandi aziende come Burroughs - Wellcome , Bristol - Myers Squibb e Hoffmann - LaRoche abbiano goduto di un rapporto intimo con la FDA - quello che è ora rivolto a schiacciare la minaccia finanziaria dei farmaci illegali.
"È una paranoia comprensibile, ma è pur sempre paranoia", dice il dottor Chalmers. "Penso che la FDA stia facendo in più di quanto dovrebbe. Penso che sia spaventata dagli attivisti colpiti dall'AIDS più di quanto dovrebbe".
D'altra parte, la FDA non usa parole come cospirazione, paranoia o condizionamento. In una certa misura, ha permesso al club clandestino un margine di manovra senza precedenti e tende a guardare dall'altra parte quando si tratta di alcune attività del club. Ma all'inizio di quest'anno l'agenzia ha annunciato ispezioni radicali per colpire i buyers club. Alcuni club dicono che è in atto un giro di vite. "In questo momento, la parola migliore per descrivere l'indagine è esplorativa", risponde il portavoce della FDA Brad Stone a Washington.
"Le ispezioni si terranno in ogni principale buyers club per determinare quali sono i loro inventari, quali sono le loro pratiche, al fine di ottenere un'idea più chiara su quello in cui sono impegnati e di come lo stanno facendo. La nostra intenzione è, quando possibile, lavorare con questi gruppi per assicurarci che essi rispettino le nostre norme e i regolamenti".
"Abbiamo due obiettivi. Non vogliamo ostacolare un paziente gravemente malato ad ottenere prodotti che possa percepire come utili. D'altra parte, abbiamo un mandato per proteggere la salute pubblica e siamo preoccupati quando i farmaci non approvati sono messi sul mercato".
Una cosa che la FDA sicuramente già sa è che i club sono impegnati nella vendita su vasta scala di un farmaco, una volta completamente non approvato chiamato dideoxycytidine ( DDC ). Secondo i sostenitori del DDC, può evitare che il virus dell'HIV utilizzi le cellule ospiti per replicare il suo materiale genetico. Oggi, sono state ridotte alcune restrizioni su di esso. All'inizio di quest'anno gli scienziati dei laboratori FDA hanno iniziato ad analizzare le versioni di contrabbando del DDC. Avevano avuto la soffiata che ci fossero partite di DDC in giro per gli Stati Uniti con diverse gradazioni di potenza e qualità. La FDA sapeva già che alte dosi del farmaco possono causare danni ai nervi .Con una mossa straordinaria, la FDA ha apertamente invitato la rete clandestina a fermare le vendite. Con una risposta altrettanto straordinaria, la maggior parte delle persone che vendevano il DDC clandestino hanno obbedito.
Il DDC, uno dei farmaci illegali più richiesto, era diventato automaticamente scarso. Altrettanto velocemente, migliaia di persone hanno cominciato a sommergere i fornitori di chiamate.
Il buyers club di San Francisco è stato inondato con così tante richieste in preda al panico, che è stato costretto a rispondere con un messaggio registrato in segreteria che cominciava così: " Il DDC non è disponibile. Non abbiamo DDC in magazzino. Il DDC non è disponibile in questo momento... non possiamo prevedere quando sarà disponibile una nuova fornitura. Non possiamo prevedere il costo o il dosaggio. Quando lo avremo, questo messaggio vi avvertirà".
Quasi tutto il DDC era sparito dai club all'inizio di quest'anno. Tranne, ovviamente dai club di Dallas e Fort Lauderdale - i centri gemelli anti-autorità nell'era dell'AIDS.
Ron Woodroof aveva assicurato che il suo DDC proveniva da fonti speciali all'estero ed era convinto della sua purezza. All'inizio di quest'anno, si è spinto fino al punto di contribuire a rendere il DDC disponibile per i malati di AIDS in Messico. Ha viaggiato verso Città del Messico per alcuni incontri con uno specialista di AIDS che giura si chiami Dr. Ponce de Leon. Hanno concluso un affare di 100.000 dollari, e, senza alcun problema da parte del governo, hanno portato il DDC sugli scaffali delle farmacie.
"Diavolo, questo è il Messico, per voi", dice con un ghigno arrogante.
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Nel frattempo, a Fort Lauderdale, il sempre loquace Lenny Kaplan, capo del buyers club di quella città, dichiara : "Ho sentito un sacco di cose su Dallas. Dicono che a volte siano aggressivi. A volte le persone dicono che sono troppo cari. Il problema maggiore è che sono troppo cari".
Nessuno sembra pronto a dire questo genere di cose faccia a faccia con Ron Woodroof. Quando gli vengono raccontate alcune delle storie che circolano sul club di Dallas, risponde semplicemente: "Personalmente non mi piace il ragazzo in Florida. Lui è arrogante. Sta solo cercando di spingere quelle bottiglie".
"Il club di Dallas lavora a stretto contatto con i laboratori di Dallas per assicurare la purezza dei suoi prodotti - e il margine di profitto è minimo", dice. "Nessuno", afferma, "si sta arricchendo con questa attività clandestina".
"Spendiamo un sacco di tempo e un sacco di soldi. Non ci vuole nulla a ritrovarsi con una bolletta del telefono di 2.000, 3.000 dollari", praticamente grida. "Dovunque possiamo, la prendiamo al miglior prezzo possibile".
Il Dr. Alan Hamill è un osteopata di Dallas con 150 pazienti sieropositivi. Come molti membri della comunità medica, è riluttante a specificare il suo esatto rapporto di lavoro con il Dallas Buyers Club. Ma, come molti membri della comunità medica, ammette che ci sono troppo poche opzioni mediche legalmente approvate per i malati terminali.
"Il buyers club ha fornito una fonte di farmaci che riteniamo possano essere utili prima che il sistema trovi la sua strada", afferma il Dr. Hamill. "I ricercatori sono completamente contrari ai buyers club perché sentono che mina la purezza dei loro esperimenti. Ma sappiamo che non abbiamo tempo".
Aggiunge che, se la FDA avesse intenzione di provare a chiudere i buyers club, lui sarebbe disposto ad incatenarsi alla porta dell'ufficio di Ron Woodroof in una dimostrazione di sostegno. Questo fatto - e il fatto che il Dallas Buyers Club abbia migliaia di altri alleati, tra cui avvocati pronti a lavorare pro bono - sembra sprecato per l'uomo che ha creato e tuttora comanda il sistema sotterraneo.
"Quando ti guardi intorno, ti rendi conto che non avresti visto così tante persone vive se avessero seguito la medicina tradizionale", dice Ron, sprezzante. Siamo a metà pomeriggio e sta lavorando sui dettagli di un viaggio frettolosamente organizzato per Copenaghen. Quando parla, impregna la sua conversazione di maledizioni - e oscilla avanti e indietro tra sarcasmo maligno e teorie cospirative.
"Guarda l'AZT ( uno dei pochi trattamenti approvati per l'AIDS). Non so se preferirei provare a ingerire del detersivo Comet. Dico sul serio. Quella roba ti mangia da dentro", dice con un ghigno.
Ci sono un paio di altre cose di cui Ron Woodroof sostiene di essere sicuro. Anche se le sue azioni non dimostrano il contrario, giura che piuttosto vorrebbe fare qualcos'altro.
Dice che non è davvero un maniaco pericoloso, che affronta la paura in attesa che cali il martello del governo - o che venga risucchiato nella clandestinità.
"È una dannata corsa a ostacoli. Sono stato perquisito. Le stesse persone con cui collaboro, non tutti, ma molti di loro, sono nello spaccio di cocaina, anfetamine - perché sei proprio lì in quel ramo", dice, e le sue parole ricominciano, ancora una volta, ad aumentare di volume.
E, sì, ci sono giorni - come oggi - quando anche il suo liscio cinismo da trafficante di narcotici è soppiantato da una totale, pura rabbia.
E sì, se si ferma a pensare, può facilmente ribollire per il gran numero di offese personali che gli vengono rivolte.
Deve ingannare quel codardo confine messicano. Deve sopportare i viaggi per i farmaci all'estero e i passeggeri che a gran voce richiedono di essere assegnati ad un posto diverso, una volta che sanno che è sieropositivo. È svenuto nel garage del vecchio edificio della Republic Bank - ed è quasi morto perché non era cosciente e in grado di monitorare i farmaci pompati nel suo corpo mentre era ricoverato in ospedale. La gente dice che sta approfittando di una situazione disperata.
Ma niente di tutto questo è paragonabile alla semplice, enorme ira, che riserva al fatto che questo sistema folle della domanda e dell'offerta - del capitalismo impazzito - debba esistere ad ogni costo.
"Possono venire qui e fare quello che vogliono", il contrabbandiere cowboy avverte il governo, i media, l'establishment medico e chiunque altro percepisca come una minaccia per la comunità clandestina.
"Ma si tengano strette le chiappe, perché succederà un finimondo".
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