Ve lo do io Minzolini




Fra altri ben più gravi
fenomeni causati dalla mancanza di libertà di stampa in Russia, ce ne sono due assolutamente degni di nota, ovvero i primi due canali televisivi (e gli unici che si vedono bene a fuoco dalla mia vecchia TV in bianco e nero. Mossa politica o semplice casualità?). 
Sono il Pervyj Kanal, primo canale, e Rossija 1, nominato in realtà con molto più fervore ad ogni piè sospinto dagli annunciatori, 'v kanale – RAssíja' (sul canale – Russia). Il palinsesto viene piacevolmente riempito da chicche come 'Pust' govorjat' (Che si parli!), una trasmissione di opinionismo spicciolo in cui vite e drammi di personaggi russi più o meno famosi vengono dispiegati davanti agli occhi assetati di scandali dei telespettatori, con la possibilità di litigarne in diretta; 'Ljubljú, ne mogú!' (Amo, non posso!) il cui sottotitolo è 'soluzioni reali a problemi reali', e che tratta di questioni di cuore. Fino a qui, niente di nuovo sul fronte orientale. Qualche telenovela/poliziesco/serie su un ospedale e pessimi film rigorosamente russi. Telegiornali e pubblicità, però, la fanno nettamente da padrone.

Come i messaggi pubblicitari occidentali e capitalisti siano stati 'tradotti' dopo la Perestrojka nella cultura russa, è un tema molto interessante, e per approfondire consiglio assolutamente la lettura di “Babylon”, del già citato, in questo blog, Viktor Pelevin.

Ma veniamo un po' ai telegiornali. La sfacciataggine della propaganda è tale che, a noi occidentali in trasferta e non direttamente coinvolti, non ci resta che ridere. In una sequenza abbastanza consolidata nelle trasmissioni d’informazione, appaiono Putin, magari mentre vola in deltaplano con le gru siberiane per aiutarle nella migrazione, una notizia di cronaca, Medvedev, una notizia di cronaca internazionale, Putin, una notizia su come i governatori locali stiano migliorando Pietroburgo (nel mio caso, ma immagino che in ogni città ci sia un una notizia corrispondente), con nuove aree pedonali (di cui per ora esiste solo un vago progetto su carta), centri per lo scioglimento della neve in inverno, o il ripristino di beni culturali dismessi. Un servizio su una statua di Alessandro II che verrà a breve rimessa al suo posto, può durare fino a cinque minuti.

 
Un paio di settimane fa a Mosca c'è stato un terribile incidente. Un ubriaco al volante si è schiantato contro una fermata dell'autobus, uccidendo sette bambini di un orfanotrofio che stavano andando a teatro e le loro due accompagnatrici. Il guidatore è uscito illeso e si è preso 'solo' (virgolette perché riporto le opinioni dei russi indignati con cui ne ho parlato) dieci anni. Ed ecco che oggi ci è stato subito presentato un bel servizio su come la polizia di Mosca stia efficientemente lottando contro gli automobilisti ubriachi, con tanto di interviste ai valorosi poliziotti e, non finisce qui, riprese video dei ragazzi fermati per i controlli direttamente dalla strada. Mi lascia perplessa quale liberatoria gli avranno mai fatto firmare per poter usare la loro immagine e svergognarli di fronte all'intero pubblico del canale – RAssíja.

Ogni tanto purtroppo gli tocca dare qualche notizia fastidiosa e, seppure sia chiaro che non li renda felici, devo dire che mantengono un contegno invidiabile. Non saranno mica russi per niente! Le strategie dei paladini del governo variano da caso a caso. Alle madri e alle maestre che si lamentavano del freddo negli asili che a settembre fa ammalare i bambini (il riscaldamento qui si può accendere solo dal primo ottobre, oppure quando si toccano i + 8°) è stato presentato il vice governatore in persona, che, senza battere ciglio, ha negato ogni responsabilità, immagino mettendo così finalmente pace negli animi degli apprensivi genitori. Della 'Marcia dei Milioni', che si è svolta a Mosca il 15 settembre, è stata data notizia brevemente, imboscata fra un'anticipazione delle Olimpiadi a Soči e un elenco delle richieste di matrimonio più estreme, in modo secco e senza nominare le ragioni della protesta. Del processo alle Pussy Riot se ne è parlato un po' più a lungo, dando modo ai manifestanti ortodossi, che le volevano subito in prigione, di spiegare le loro ragioni. Effettivamente, davanti al tribunale, si trovavano anche degli sfrontati manifestanti "vestiti in maniera stravagante" che sventolavano delle bambole gonfiabili con dei passamontagna infilati in testa. “Ma una volta domandato loro per cosa esattamente protestassero, non hanno saputo dare spiegazioni. Le loro bambole sono poi rimaste abbandonate sull'asfalto.” Il fatto che i manifestanti siano stati caricati a forza su delle camionette e portati via è stato tralasciato, certo, inavvertitamente. Insomma, cosa volete farci, ci sono notizie che piacciono e che non piacciono, che tirano e che non tirano, questo è un paese capitalista e va dove lo porta il mercato. Il libero mercato. Che stasera ci porta all'inspiegabile divorzio tra Alena Sviridova e il suo ultimo marito. E dire che sembravano così felici. 


Giulia McNope

1 commenti:

Anonimo ha detto...

perchè c'è qualcosa che non va !!!!!!

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