Seamus Heaney, una raccolta.

ritratto di Edward McGuire

And here is love 
like a tinsmith's scoop 
sunk past its gleam 
in the meal-bin.

Pubblichiamo una raccolta di video sottotitolati con alcune poesie lette da Seamus Heaney.



Raccogliendo more (Blackberry-Picking - For Philip Hobsbaum)

A fine agosto, dopo sette giorni
di pioggia fitta e sole, eran mature
le more. Una soltanto, prima, un grumo
lucido e viola in mezzo ad altre rosse,
verdi, dure come nodi.L'hai mangiata,
la polpa dolce come vino spesso:
aveva dentro il sangue dell'estate,
lasciava macchie sulla lingua e brama
di raccolta. E dopo che le rosse
anch'esse s'inzupparono d'inchiostro,
quella voracità ci spinse, armati
di vasi, di barattoli e lattine,
tra le spine dei rovi, in mezzo all'erba
bagnata che sbiancava gli scarponi.
Arrancando intorno a campi di patate,
fieno e granturco raccogliemmo
fino a riempire i nostri recipienti,
finché il fondo tintinnante fu coperto
di more verdi, mentre in cima grandi
bolle nere brillavano, e sembrava
un piatto d'occhi. Le mani eran pepate
di spine di rovo, i nostri palmi
appiccicosi come Barbablù.

Ammucchiammo le bacche nella stalla.
Ma quando la vasca fu riempita
trovammo che un fungo grigio-topo,
peloso, si pasceva del tesoro.
Anche il succo puzzava. Il frutto, tolto
dall'arbusto aveva fermentato,
la polpa dolce s'era inacidita.
Volevo piangere. Non era giusto
che tutto quel bel mucchio fosse marcio.
Ho poi sperato, anno dopo anno,
che resistesse, e, lo sapevo, invano.

Death of a Naturalist (1966) 
Traduzione di Gilberto Sacerdoti.





Seguace (Follower)

Mio padre lavorava con l'aratro a cavalli,
le spalle arrotondate una vela spiegata
tra le stegole e il solco.
I cavalli tiravano al suo schiocco di lingua.

Un esperto. Metteva in posizione il versoio
e inseriva la punta d'acciaio del vomere lucente.
Rotolava di lato la zolla senza rompersi.
In capo alla striscia, una sola tirata
di redini, la pariglia sudata si girava
tornava indietro nel campo. Lui stringeva
l'occhio e squadrava il terreno,
e faceva una mappa esatta del solco.

Io caracollavo nella sua scia chiodata,
cadevo qualche volta sulla lucida zolla;
qualche volta mi portava a cavalcioni in spalla
e andavo su e giù con il suo passo.
Volevo diventar grande per saper arare,
chiudere l'occhio, irrigidire il braccio.
Tutto quel che ho mai fatto era seguirlo
in giro per la fattoria nella sua grande ombra.

Ero un fastidio, inciampavo, cadevo in terra,
mugolavo continuamente. Ma oggi
è mio padre che continua a barcollarmi
dietro, e non se ne vuole andare.

Death of a Naturalist (1966) 
Traduzione di Francesca Romana Paci.





Mossbawn - Luce di sole (Mossbawn - Sunlight)


C'era un'assenza assolata.
La pompa a elmetto in cortile
riscaldava il suo ferro,
e l'acqua intiepidiva come miele

nella secchia sospesa,
e il sole stava
come una piastra messa a raffreddarsi
contro il muro di ognuno

di quei pomeriggi lunghissimi.
Le mani di lei trafficavano
sulla teglia da dolci,
e il forno si arrossava

rimandando una placca di calore
là dove lei, accanto alla finestra,
stava con il grembiule infarinato.

Ora spolvera il fondo della teglia
con una piuma d'oca, ora si siede
con le ginocchia divaricate,
e le unghie sono bianche,

le gambe venate di rosso:
c'è ancora spazio, qui,
e già la torta lievita
al ticchettìo di due pendole.

E qui c'è ancora amore,
un mestolo di stagno
affondato oltre il suo luccichìo
nel vaso di farina.

North (1975)
Traduzione di Roberto Sanesi.




  
Scavando (Digging)

Tra il mio pollice e l'indice s'acquatta
chiatta la penna: come una pistola.

Sotto la finestra, il raschio schietto
della vanga che affonda nella ghiaia:
è mio padre, scava. Guardo giù

finché la sua schiena tesa tra le aiuole
s'abbassa, e rimonta su vent'anni prima,
curvandosi ritmica tra i solchi di patate
dove scavava.

Lo stivalaccio s'annidava sulla staffa, il manico
bilanciato con fermezza contro l'interno del ginocchio.
Sradicava le cime alte, seppelliva fonda la lama lucida
per sparpagliare le patate novelle, che raccoglievamo
amando in mano la loro fredda durezza.

Perdio, il vecchio sapeva come maneggiare la vanga.
Proprio come il suo, di vecchio.

Mio nonno in un giorno cavava più torba
di chiunque altro alla torbiera di Toner.

Una volta gli portai il latte in una bottiglia
tappata lenta con un tappo di carta. Si rizzò
per bere, e subito ritornò
a tranciare, affettare preciso, lasciando le zolle
alle spalle, scendendo sempre più a fondo
per la torba più buona. Scavando.

L'odore gelido di muffa, il calpestio, lo sciabordio
di torba fradicia, i tagli secchi di lama che spacca
radici vive mi si risvegliano in testa.
Ma non ho vanga per seguire uomini come loro.

Tra il mio pollice e l'indice s'acquatta
chiatta la penna.
Scaverò con quella.

Death of a Naturalist (1966) 
Traduzione di Nadia Fusini.


 

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