Le parole scandite da Goebbels, la postura teatrale e il movimento grottesco delle mani, enfatizzavano il discorso che accompagnava il rogo dei libri, a Berlino, nel maggio del '33. La Fenice del nuovo spirito tedesco sarebbe sorta anche da quel fuoco, il Volk avrebbe marciato fianco a fianco con la risoluta consapevolezza che un ideale rivoluzionario avrebbe demolito le vecchie strutture di pensiero che ingabbiavano l'orgoglio di una nazione. La pianificazione ramificata e controllata non si esauriva in passaggi simbolici, ma tracciava solchi profondi da percorrere fino in fondo. Il Reich non era solo Hitler, altri, dopo di lui, avrebbero continuato quell'opera, nella convinzione che il tempo fosse maturo per la supremazia di un popolo solo, di una razza sola. Per questo la rivoluzione non poteva fermarsi davanti a nulla, diceva Goebbels. Ogni impedimento doveva essere estirpato attraverso un calcolo unico. Una sottrazione esponenziale.
L'Institut für Sexualwissenschaft aveva sede nel quartiere di Tiergarten, nel cuore di Berlino. Il dottor Magnus Hirschfeld nel 1919 scelse di inaugurare lì il primo centro al mondo dedicato allo studio della sessualità. Era costituito da sette dipartimenti, ognuno con un settore specifico di indagine e ricerca. La visione pioneristica del dottor Hirschfeld animava questo polo d'eccellenza, dove la sessuologia cominciava ad occupare uno spazio importante nella realtà accademica, coinvolgendo medici, storici e psichiatri. Oltre ad ospitare un ricchissimo archivio di testi e un museo per le attività didattiche, il centro forniva consulenze specifiche ai suoi visitatori. Hirschfeld aveva alle spalle un'importante esperienza in ambito scientifico, a cui aveva accostato l'impegno per la difesa dei diritti degli omosessuali. Pochi anni prima della fondazione dell'istituto di Berlino, era stato uno dei promotori per la cancellazione del paragrafo 175 del codice penale tedesco, quello che dal 1871 puniva l' omosessualità, considerata una "fornicazione innaturale".
Conrad Veidt e Magnus Hirschfeld |
Il 6 maggio 1933, ottanta persone, membri delle SA e della Deutsche Studentenschaft, marciarono verso l'Institut für Sexualwissenschaft per saccheggiarlo. Il bottino fu enorme: si parla di oltre mezza tonnellata di materiale, stimata tra 20.000 volumi e più di 5.000 fotografie ed immagini, destinati al grande rogo che si sarebbe tenuto dopo pochi giorni nella Opernplatz. La maggior parte dei testi che vennero dati alle fiamme nella notte del 10 maggio, appartenevano alla biblioteca dell'istituto. Durante il raid e i roghi, il dott. Hirschfeld si trovava all'estero. Morì due anni dopo durante il suo esilio a Nizza.
Nel giugno del 1935 il paragrafo 175 venne ampliato, anticipando di pochi mesi le leggi antisemite di Norimberga. La persecuzione nazista contro gli omosessuali portò all'arresto e all'internamento di decine di migliaia di persone. I dati sulla deportazione in campi di concentramento sono molto frammentari: il numero delle vittime oscilla tra 5.000 e 15.000. L'abrogazione definitiva del §175 da parte della Germania riunificata, avvenne solo nel 1994 (la Germania Est lo abrogò nel 1988). Nella Opernplatz, l'attuale Bebelplatz, una teca ricavata nel suolo ricorda quella notte di maggio. A Francoforte, in piazza Römerberg, una targa commemorativa riporta la famosa frase del poeta Heinrich Heine, uno dei tanti autori le cui opere furono date alle fiamme:
Quello era solo un preludio, là dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
Alessio MacFlynn
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