Anna Politkovskaya, cui prodest? L'anonimato dei mandanti.


Il Corriere della Sera di ieri titolava: "Anna Politkovskaya, arrestato il killer. E' il ceceno Rustan Makhmoudov, ma il mandante non è ancora stato trovato".
Discutendo con mio fratello, Antonio Privitera, mi è stato suggerito il nesso tra la Teoria dei cerchi concentrici, tipica della stagione dello stragismo in Italia, ed il caso in questione.
"Non è che l'onorevole X dice ai servizi segreti di andare a Piazza Fontana e mettere una bomba... A livello più alto si dice: il paese va alla deriva, i comunisti finiranno per andare al potere. Al cerchio successivo si dice: sono preoccupati, cosa possiamo fare? e si va avanti fino all'ultimo livello, dove c'è uno che dice 'HO CAPITO!!!'. E succede quello che deve succedere. Così, nessuno ha mai la responsabilità diretta. E se vai a dire all'onorevole X che lui è la causa di Piazza Fontana, ti risponderà di no, anche se, in realtà, è accaduto proprio questo processo, per cerchi concentrici". (Corrado Guarzoni, collaboratore di Aldo Moro).
Ma chi era Anna Politovskaya?
Insomma, un personaggio inviso a molti potenti...
Con l'arresto dell'esecutore materiale dell'omicidio si è fatta luce su una parte infinitesimale dei pezzi che compongono il "tutto" criminale. E questo vale per tutte le altre morti oscure, il cui numero, in Russia, non è mai stato esiguo.
Ad esempio, per citarne un'altra, mi viene in mente quella dell' ex agente segreto del KGB Aleksandr Litvinenko, morto a Londra il 23 novembre 2006, la cui storia è tristemente famosa a causa del buffo nome che porta la sostanza radioattiva che lo ha stroncato.
In entrambi i casi, è come se si sapesse perfettamente da quale mano siano stati mossi i fili, ma non si potesse far nulla per amputarla. La stessa mano che continua ad ordire trame criminali sempre più fitte, alle quali il povero cittadino deve sottostare.
Anche noi italiani abbiamo fatto dell' anonimato dei mandanti un marchio di fabbrica.
Ustica, Bologna, Capaci, Palermo, sono solo alcuni dei luoghi nei quali la nostra democrazia si è sgretolata e nei quali il cittadino ha verificato quale grande illusione possa essere la convinzione che da lui dipendano le sorti del suo Paese.
Importante è, quindi, in queste situazioni, chiedersi: cui prodest? (a chi giova?)
Cui prodest scelus, is fecit (colui al quale il crimine giova, lo ha commesso) è un criterio di giudizio che sta alla base di qualsiasi azione investigativa.
Deriva dalle parole pronunciate da Medea nell'omonima tragedia di Seneca.
E, quindi: cui prodest?
La quantità di interessi in gioco rende il percorso investigativo mortalmente tortuoso.
Come si possono ripercorrere a ritroso , da quello centrale al periferico, tutti i cerchi concentrici, se spesso gli stessi cerchi sono abitati da coloro la cui funzione è ripercorrerli?
A chi si possono attribuire le colpe se queste, come in una matrioska, sono sempre incorporate in colpe più grandi, fino a formare un gigante incontrastabile?
Inevitabile è la convinzione di non essere sufficientemente potenti per poter prendere parte alla soluzione di tali enigmi.
L'unica cosa che so, è che la verità va pretesa.
Non c'è partecipazione democratica se ci si accontenta sempre passivamente delle verità che ci propinano come inattaccabili, senza cercare di avere piglio critico nei loro riguardi!
"La verità è sempre rivoluzionaria" (Antonio Gramsci).
Ogni cittadino dovrebbe voler essere rivoluzionario!!!

Massimo McMutton

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1 commenti:

FSRBSA McMutton (Haggis) ha detto...

Ero stato giustamente ripreso su una questione di deontologia giornalistica e ho dovuto modificare con una citazione, la parte relativa alla teoria dei cerchi concentrici...

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