Da Timisoara si generò il moto rivoluzionario. L' 8 dicembre,il pastore protestante Laszlo Tokes, autore di decise e forti accuse contro la politica repressiva dello Stato, venne portato via dalla polizia con un avviso che lo obbligava a lasciare la città. I fedeli,decisi a schierarsi con il pastore,iniziarono le proteste, ma l’esercito rispose duramente uccidendo 73 manifestanti. Due settimane dopo,deciso a chiudere quel difficile anno con un bagno di folla, Ceausescu tenne un discorso dal balcone del Palazzo del Comitato centrale.
Le sue parole vennero interrotte presto. Dalla piazza iniziarono a levarsi forti urla e la folla cominciò a premere contro il cordone dei soldati,muovendosi fin sotto al balcone dove stava il presidente rumeno. Stupefatto per quello strano evento,Ceausescu rimase pietrificato e visibilmente sconvolto. Diversi minuti dopo, anche se con qualche difficoltà,venne ristabilito l’ordine e riuscì ad ultimare il suo discorso. L' ultimo.
Ci sono diverse ipotesi sugli eventi di quel giorno. Da una parte c’è chi è convinto che l’inizio delle proteste fosse stato preparato accuratamente,ma è molto più diffusa la teoria di una causa scatenante “involontaria”.Un lavoratore di nome Leon Nica, durante il discorso, sovrappose alle parole del presidente rumeno il suo grido: “Timisoara! Timisoara!” Questo generò una divisione nella folla,che fece per allontanarsi da lui,temendo che potesse richiamare la reazione dei soldati presenti. Una grande parte della folla iniziò a spingere verso il palazzo dove si teneva il discorso, e un’altra cominciò a disperdersi dalla parte opposta. Ad agitare ulteriormente quella piazza,contribuendo ad aumentare la paura, fu il suono di alcuni petardi espolsi. Furono in molti a credere che si stesse consumando una sparatoria. Chi era su quel balcone non poteva saperlo,e chi era nella piazza non poteva immaginare che bastasse così poco per provocare,in diretta nazionale, un terrore mai visto negli occhi del Conducător. Proteste e scontri si accesero nel giro di poche ore. Le bandiere furono bucate,così come in Ungheria,e, in poco meno di una settimana, il leader rumeno fu catturato e condannato a morte.
La Repubblica Socialista di Romania tornava ad essere,semplicemente, Romania.
Alessio MacFlynn
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