Tempest, Bob Dylan




Un treno merci stipato di uomini si muove ondeggiando nella notte. La spalla del vicino può diventare un buon posto per dormire, ma c’è chi non riesce nemmeno a star seduto e chi fa vedere ad un compagno i calli della propria mano tenendo il palmo aperto.  
Chi ha la forza di cantare intona un ritornello:

  This train don't carry no gamblers, 
Liars, thieves and big-shot ramblers; 
This train is bound for glory,
This train!



Questo treno inizia il suo cammino lento nel libro di Woody Guthrie, Bound for Glory, uno dei testi fondamentali nell’immaginario del folk americano. La generazione della grande depressione, partita per cercare fortuna nel cuore del proprio paese. Dylan, proprio come uno dei suoi autori preferiti, lascia che ancora una volta ad aprire questo capitolo sia il fischio di un treno. E forse sarà l’ultimo, quello che ci riporterà a casa.


L'immaginario su cui poggia buona parte della tradizione country, blues e folk è ben definito,  gli elementi ricorrenti servono a rafforzare il legame tra la radice popolare e le storie tramandate e ormai perdute. Gli stivali in pelle spagnola, il tendone degli zingari di passaggio, i contrabbandieri di alcolici e lo sguardo delle donne filtrato dalle staccionate. Tempest guarda al passato, combinando stralci di brani tradizionali, recuperando personaggi perduti in canzoni già cantate, e citando la Bibbia.  Dylan riesce ad incastrare Lennon e William Blake, porta avanti un naufragio come se fosse l'ultimo degli orchestrali rimasto a suonare e affila frecce avvelenate di pura vendetta.  C'è anche altro.


 Durante il Newport Folk Festival del 1964 Johnny Cash regalò la sua chitarra a  Dylan. Un passaggio di consegne rituale, un’antica tradizione country e un assaggio della collaborazione che i due avrebbero avuto pochi anni più tardi nel disco Nashville Skyline. Il risultato fu deludente, era ancora presto per ricevere quel tipo di eredità. Torna in mente il sogno dello sceriffo Bell, in “Non è un paese per vecchi” di Cormac McCarthy. Il padre precede il figlio a cavallo, tenendo in mano una torcia per accendere un fuoco dove l’avrebbe aspettato poco dopo. Il desiderio di tracciare una nuova frontiera è spiegato dalla natura di un popolo che è sempre stato abituato a decidere da sé la propria storia.

Johnny Cash era riuscito a trovare una sorta di pace artistica grazie all'intuito di un produttore come Rick Rubin. La saga di American Recordings raccoglie cover e duetti originali che gli sono valsi numerosi riconoscimenti e un ritorno inaspettato nel firmamento dei grandi artisti americani. Dylan sta cercando di muoversi in quella stessa direzione, e Tempest sembra confermare questa ipotesi, regalando la spiazzante impressione che in qualche modo sappia dove stia andando. Non si tratta solo di chiudere i conti col proprio passato. La frontiera sembra aprirsi proprio lì dove il segno dei passi stava per essere cancellato.

Alessio MacFlynn

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