INVICTUS
Out of the night that covers me, Black as the Pit from pole to pole, I thank whatever gods may be For my unconquerable soul. In the fell clutch of circumstance I have not winced nor cried aloud. Under the bludgeonings of chance My head is bloody, but unbowed. Beyond this place of wrath and tears Looms but the Horror of the shade, And yet the menace of the years Finds, and shall find, me unafraid. It matters not how strait the gate, How charged with punishments the scroll. I am the master of my fate: I am the captain of my soul. William Hernest Henley INVICTUS Dal profondo della notte che mi avvolge, buia come un pozzo da polo a polo, ringrazio gli dei, qualunque essi siano per l'indomabile anima mia. Nella feroce morsa delle circostanze non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia. Sotto i colpi d'ascia della sorte il mio capo è sanguinante, ma indomito. Oltre questo luogo di collera e lacrime incombe solo l'Orrore delle ombre, eppure la minaccia degli anni mi trova, e mi troverà, senza paura. Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita, io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della mia anima Ogni ulteriore commento sarebbe superfluo e lesivo di cotanta bellezza. Consiglio la visione di questa magistrale interpretazione: http://www.youtube.com/watch?v=FozhZHuAcCs Massimo McMutton |
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