Black Mirror. Lo specchio della dipendenza.

C'è questo momento agghiacciante, comune a tutte le dipendenze. Un momento in cui, per un attimo, si ha come una scossa dietro la colonna vertebrale, che lascia ad occhi sgranati con un interrogativo: "Ma che sto facendo?" Questo momento coincide, spesso, con il punto più basso della nostra dipendenza, quello in cui realizziamo esattamente di aver mutato il nostro modo di essere in funzione di qualcosa.
Non so se vi sia mai capitato.
Alle volte si fonda sui nostri vizi, le nostre sigarette andate a comprare nel cuore della notte in pigiama. Altre volte riguarda la morbosa e ossessiva presenza di una persona. Le chiamiamo droghe, usando lo stesso appellativo delle sostanze stupefacenti. E in un certo senso lo sono davvero. Non so se vi sia mai capitato. Se questo brivido non vi ha mai attraversato la schiena, c'è un modo semplicissimo per provare una nuova emozione. Pronti? Bene.
Prendete il vostro telefono, spegnetelo, e lasciatelo chiuso da qualche parte. Dopodiché, tornate a fare la vostra vita di sempre. Quanto durereste senza? Certo, il telefono serve per le emergenze, serve per lavoro. Allora proviamo con qualcos'altro: il computer. Anche quello vi serve, ho capito. Non voglio negare l'utilità della tecnologia, anzi. Quello che mi turba è proprio quel momento che vi ho descritto prima. Spingere sempre più in profondità la nostra necessità di essere collegati e di lasciare che una vasta porzione di  tempo venga dedicata alla comunità virtuale, dove rischia di portarci? Se volessimo, ora, saremmo in grado di separarci da questi nuovi bisogni?

E' la domanda che si è posto Charlie Brooker. Brooker è un brillante autore televisivo, molto noto in Inghilterra per le sue trasmissioni irriverenti e per il suo originalissimo punto di vista. Anche per lui c'è stato un momento di "rivelazione". Utilizzando Siri (l'applicazione iPhone che risponde ai comandi vocali, interagendo "intelligentemente" alle nostre richieste) si era accorto che il suo modo di rapportarsi a questo strumento era cambiato. Se all'inizio era più un gioco, come ad esempio chiedere a Siri di impostare la sveglia, pian piano si era accorto di farne un uso sempre maggiore, come se dall'altra parte ci fosse effettivamente qualcuno pronto ad aiutarlo. Questa novità, questo scoprirsi intento a parlare seriamente con un oggetto, ha dato lo spunto decisivo all'autore. Cercando di immaginare il punto di non ritorno, Charlie Brooker ha creato una serie televisiva chiamata "Black Mirror". Composta da tre puntate isolate, ognuna diversa dall'altra, ma con lo stesso tema a fare da sottofondo: gli schermi neri.

Nel primo episodio, The National Anthem, il primo ministro inglese deve fare i conti con il rapimento di una principessa. Il sequestratore, attraverso un messaggio diffuso su Youtube, pone una condizione assurda per il rilascio della ragazza. La storia segue tutti gli avvenimenti successivi a questa richiesta, che deve essere soddisfatta entro poche ore dalla sua divulgazione. L'opinione pubblica si muove su internet, esprimendo i suoi umori. Sono tutti partecipi di questo avvenimento sconvolgente e nessuno si sottrae dal formulare un giudizio. Le strade di Londra si svuotano e, come in una finale dei mondiali di calcio, tutti gli occhi sono puntati verso il televisore, in attesa di scoprire cosa avverrà.
Nel secondo, Fifteen Million Merits, l'ambientazione è molto più complessa. Ingabbiati in gigantesche strutture fantascientifiche, migliaia di persone vivono una sorta di competizione perenne. Si svegliano nelle loro stanze, dalle pareti a cristalli liquidi, e passano la giornata su una cyclette. Le cyclette servono a generare energia, e i punti che guadagnano col loro sforzo sono il denaro invisibile per qualsiasi tipo di scambio. Bombardati da pubblicità martellanti, hanno una via di fuga preconfezionata: raggiungere quindici milioni di punti per poter accedere al talent show ufficiale, che li può consacrare e liberare dalla schiavitù di una vita da criceti.
Il terzo episodio si intitola The Entire Story of You. Seguiamo la vita di un giovane avvocato e della sua compagna. La storia ci presenta l'ultimo ritrovato della tecnologia, di cui nessuno sembra poter fare a meno. E' un piccolo chip installato dietro al lobo dell'orecchio, che permette di registrare ogni singolo giorno della propria vita. Con un piccolo telecomandino, si può tornare indietro ai momenti felici, riascoltare conferenze e contraddire le persone, tutto semplicemente riguardandolo nel riflesso della propria retina. La vita della coppia viene messa in crisi dalla crescente gelosia dell'uomo, convinto che sua moglie gli stia nascondendo di aver avuto una relazione passata.

E' una sintesi molto scarna, ma lascio che le immagini parlino da sole. L'indirizzo per scaricare gli episodi sottotitolati in italiano è questo: http://film-stream.tv/2011/12/black-mirror-serie-tv/ (vi consiglio di usare il link di FileServe, dato che sembra l'unico ancora funzionante. Il download si trova a metà della pagina, se vi servono indicazioni lasciate un commento).

C'è chi potrebbe trovare questi tre episodi paradossali e poco plausibili. Ma la realtà gioca sempre d'anticipo. Come dice lo stesso autore, se cinque anni fa avessimo potuto vedere il nostro nuovo stile di vita, ci avremmo creduto a malapena.
In un'intervista rilasciata lo scorso dicembre, Charlie Brooker raccontava di un nuovo gioco installato nei gabinetti pubblici.
Si partecipa indirizzando la proprià pipì a destra e a sinistra, come se fosse un joystick.
"Read that back to yourself and ask if you live in a sane society."


Alessio MacFlynn









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