(Rain Song) أنشودة المطر


Di alcuni libri, amo le note. A pié di pagina o alla fine. Svelano un segreto, rimandano ad un testo, sono chiavi appoggiate sul tavolo. Fanno parte del libro, anche se a volte vengono ignorate. L'occhio si posa solo un paio di volte e le dimentica sfogliando la pagina successiva. Eppure sono le note a svelare quanto lavoro ci sia dietro ad un testo. L'accuratezza nel redigerle è una prova significativa di umiltà e anche di ulteriore stimolo.

E' proprio grazie alle note di un libro, se sono arrivato a scoprire la "Canzone della Pioggia". Si tratta di Habibi, di Craig Thompson. La poesia è di Badr Shakir al Sayyab. Non sono riuscito a scrivere una vera e propria recensione del libro, trovando che questi versi sintetizzino perfettamente le sensazioni che ho avuto nel leggerlo. L'estratto che segue è più lungo di quello del libro, e mi sono permesso di cambiare leggermente la traduzione.






                                                              


La Canzone della Pioggia


I tuoi occhi sono due foreste di palme nell'aurora 
o due balconi da dove scende la luce delle lune.
Quando sorridono, i tuoi occhi, la vite stende le sue foglie
e le luci danzano... come lune in un fiume
increspato dalla lama di un remo al prorompere del giorno;
come se le stelle pulsassero nelle loro profondità. . .
E affogano in una nebbia di dolore traslucido;
come il mare accarezzato dalla mano del crepuscolo;
ha dentro il calore dell'inverno, il brivido d'autunno,
e la morte e la nascita, il buio e la luce;
un singhiozzare divampa nella mia anima
e una selvaggia esaltazione che abbraccia il cielo,
la frenesia di un bambino spaventato dalla luna.
E' come se archi di nebbia bevessero le nuvole
e goccia dopo goccia si dissolvessero nella pioggia. . .
come se i bambini sghignazzassero tra le pergole della vigna,
la canzone della pioggia
ha increspato il silenzio degli uccelli sugli alberi... 
Plic, ploc, la pioggia
plic, ploc, la pioggia.

Ha sbadigliato la sera, dalle nuvole basse  
gocce pesanti sgorgano ancora 
è come se un bambino prima del sonno parlasse senza fine
di sua madre (un anno fa andò a svegliarla,non la trovò), 
poi gli fu detto, poiché continuava a chiedere, 
"Dopodomani, tornerà di nuovo. . . "
che lei deve ritornare, 
eppure i suoi compagni sussurrano che lei è lì
sulla collina, a dormire per sempre la sua morte,
mangiando la terra attorno, bevendo la pioggia;
come se un pescatore infelice che ritira le reti
lanciasse una maledizione alle acque e al fato
diffondendo un canto alla luna che scende,
Plic, ploc, la pioggia.
Plic, ploc, la pioggia.

Sai quanto dolore può ispirare la pioggia?
Sai quanto piangono le grondaie quando piove a dirotto?
Sai quanto si sente perduta una persona da sola nella pioggia?
Infinita, come sangue stillato, come persone affamate, come amore,
 come i bambini, come la morte, infinita la pioggia.

Badr Shakir al Sayyab



Alessio MacFlynn





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