Qualcuno tolga il cadavere dal mio frigo.



Le gioie degli appartamenti condivisi, si sa, sono infinite quanto le vie del Signore. Cioè, perlopiù è una valle di lacrime, ma uno finisce per convincersi di aver qualche peccato originale a cui è impossibile sfuggire, scuote le spalle e prega affinché migliori. Vivere in uno studentato, poi, è un'esperienza trascendentale. Una cosa che dovrebbe garantirti il paradiso senza passare dal via, specialmente se vivi in Russia. In ogni stanza vivono due studenti, eppure immancabilmente ci sono una sola scrivania e un solo armadio. Immagino che il fatto di essere provviste di ben due letti dovrebbe già essere sufficiente per non lamentarsi. Bisogna dire però che viene data in dotazione perfino una televisione. La nostra va solo in bianco e nero, e ci fa vedere praticamente solo il canale “Rossìja”, più altri due o tre quando soffia vento da sud e solo righe e puntini quando sono quei giorni del mese. Internet c'è solo nelle sale comuni e sembra che tutti (io per prima!) abbiano completamente dimenticato come ottenere piccoli risultati e svolgere faccende quotidiane senza l'onnisciente aiuto della rete. L'unica presa della corrente della sala comune viene quindi puntata fin dalle prime luci dell'alba. Uno dei frequentatori più accaniti ha perfino tentato di dormirci accanto per non perdere i privilegi mattutini, ma è stato scacciato in malo modo dall'inflessibile dežurnaja del piano. C'è chi studia, chi rumina su Facebook e Vkontakte, chi guarda varie serie in streaming. E poi c'è il maledetto Skype. Ogni sera ci sono almeno cinque persone che sbraitano contemporaneamente in lingue diverse con silenziosi interlocutori. Se almeno fossi sicura che questo è un purgatorio, una specie di prova di fede dopo la quale mi aspetta la beatitudine, passi. Ma poiché sono quasi sicura di non avere alcuna chance di evitare l'eterna dannazione, è dura non provare una certa irritazione.

Allora vorrei nascondermi nella mia stanzina, via dalla pazza folla, ma le cose migliorano ben poco. Innanzitutto qui, quando non c'è l'acqua calda, non è che dal rubinetto viene fuori fredda, proprio si rifiuta di uscirne liquido alcuno. A volte questo succede mentre si è sotto la doccia. Il già irrisorio getto si affievolisce sempre di più fino a fermarsi completamente, naturalmente proprio quando si è immersi in un vortice di bollicine da shampoo che stanno cominciando a colarti negli occhi da tutti i lati. E, siccome la porta non si chiude tanto bene, in quel momento entra pure una coinquilina che vuole lavarsi il piatto del pranzo, visto che il lavello non ce l'abbiamo. “Prastì!” dice in russo con accento coreano. Figurati, amica. Mi scalderesti anzi un po' d'acqua nel bollitore illegale che dovrei finire di sciacquarmi i capelli e sto cercando di far passare questo raffreddore che non dà nessuna mostra di volermi abbandonare?
Strano ad ogni modo che tu non ti sia accorta che in bagno c'era qualcuno, visto che i muri sono fatti di cartapesta e io so di ogni programma che vi guardate in televisione nell'altra stanza e quante volte al giorno aprite il frigorifero. E qui sorge l'interrogativo più importante di tutti. Visti gli spazi ristretti, visto che da una stanza all'altra si sente tutto, ma come avete fatto ad ammazzare un poveretto, tagliarlo in piccoli pezzettini, infilarlo in tanti diversi sacchettini di plastica e lasciarlo a marcire nel nostro frigo senza che io mi accorgessi di nulla? L'avete fatto mentre ero all'università? Dobbiamo tenerlo lì per ragioni di sicurezza? I pezzi li state gettando a poco a poco nella Neva? Ma quanti pezzi vi mancano prima di liberarvene del tutto? Io lo posso anche comprare del deodorante per ambienti, ma capite che prima o poi qualcuno sentirà la puzza e comincerà a fare delle domande...


Giulia McNope

2 commenti:

Blackcloud ha detto...

Probabilmente, si trattava della coinquilina precedente. Rimasta senz'acqua durante una doccia, non sentì la coreana entrare.

Quella che doveva risciacquare il piatto.

McNope ha detto...

! ! !
Temo che tu abbia proprio ragione.
E poiché la porta comunque chiudere per bene non si può, spero almeno che la mia coreana arrivi prima del sapone negli occhi...!

Posta un commento

 

Facebook

Archivio

Twitter

Tumblr