Ieri, in serata, su una delle poche reti televisive ancora degne di un qualche interesse, è andato in onda un "A night with..." che aveva come protagonista il nostro Presidente del Consiglio.
Nello specifico, il palinsesto era formato dalla Prima Visione televisiva di "Silvio Forever", biografia non autorizzata diretta da Roberto Faenza e Filippo Maceroni, e scritta da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo (quelli de "La Casta", per intenderci...), e nei commenti a caldo di Eugenio Scalfari, Paolo Mieli, e, ahimè, Giuliano Ferrara. And the last, but not the least, Enrico Mentana in veste di moderatore.
A ragione si potrebbe pensare che questo spettacolo sia stato l'ennesima dimostrazione di come la nostra politica e il dibattito critico che su di essa è imperniato abbiano perso il focus su obiettivi e risultati, proprio di un confronto costruttivo, per cedere il passo a quello sull'individuo.
E' vero! Berlusconismo e Antiberlusconismo sono i principali affluenti del fiume dell'antipolitica italiana.
Pongo, però, una domanda: è possibile riportare la politica ad un livello consono alla sua connotazione originaria? E' ormai impossibile focalizzare nuovamente il dibattito sulle necessità della polis?
Sono perfettamente conscio di come il Berlusconismo, per la sua portata epocale e per l'approccio multidisciplinare di cui si necessità per una sua corretta comprensione, sia un fenomeno largamente analizzato nel passato e nel presente, e che ancora più ampio spazio occuperà in ambiti accademici e non ,quando verrà osservato in ottica retrospettiva, ma sentirei di venir meno ad un ineludibile dovere civico se evitassi di cercare di dare un mio contributo alla comprensione e al debellamento di un morbo talmente esiziale per le sorti del nostro Paese.
Prima di entrare nel merito preciso della discussione, vorrei riportare le parole di Friedrich Julius Stahl, religioso, filosofo e politico tedesco della prima metà dell'800, sullo snaturamento dell'idea liberale operata nel tempo dai partiti che a quella si ispiravano.
"Il partito liberale afferma l'uguaglianza contro la nobiltà, contro tutti i ceti in quanto tali, poiché esso non può ammettere, coerentemente al principio rivoluzionario, nessuna articolazione organica della società. Ma se l'uguaglianza deve essere realizzata positivamente, la classe di coloro che sono privi di proprietà, deve ottenere, c0n essa, gli stessi diritti, e allora il partito liberale abbandona quest'idea, e comincia ad effettuare distinzioni politico giuridiche a favore dei benestanti, garantisce onore e cortesia in misura ben diversa tra ricco e povero.
Questa mezza realizzazione dei principi della rivoluzione è ciò che caratterizza la collocazione politica del parito liberale" (Die Gegenwartigen Parteiten in Staat und Kicrke-1868).
Potrebbe sembrare una divagazione poco attinente, ma il capire quale sia il reale movente di un partito liberale aiuta a meglio comprendere le peculiarità dell'attuale politica italiana.
Ovviamente, poiché sta nell'italianità la necessità di distinzione, lo snaturamento di cui si è parlato in precedenza, e per causa del quale si è venuta a marcare ancor più decisamente l'iniquità distributiva tra le varie classi sociali, ha subito un ulteriore salto, infilando i suoi tentacoli anche al di fuori della politica.
Detto questo, è tempo di parlare della necessità, a mio avviso tristemente ineludibile, della presenza di Antiberlusconismo, in opposizione al Berlusconismo, nella politica italiana.
Conveniamo tutti sul fatto che l'Antiberlusconismo, non meno del Berlusconisco, sia una via politica pessima e lesiva del benessere del Paese, ma, dopo la "salvifica discesa in campo di Mr B., è stata l'unica via percorribile.
Proprio l'avvento di Mr B. ha reso il dibattito antipolitico, e ha suddiviso le fazioni in contrasto su un criterio umano, e non politico. La connotazione degli "altri" come "comunisti" indistinti, poco curandosi della differente formazione politica, ha dato il frutto di affibbiargli un'etichetta che scredita agli occhi degli elettori di centro-destra qualsiasi proposta politica da essi proveniente, a prescindere dalla sua sensatezza.
La necessità dell'Antiberlusconismo deriva dal fatto che, essendo gli elettori di Mr B. interessati a nient'altro tranne che alla figura del proprio leader, non c'è altro modo di accaparrare consenso oltre quello di screditarlo personalmente.
Ripeto, so bene come questo non faccia il bene dello Stato. Sto semplicemente notando come sia stata un'evoluzione inevitabile.
Tuttavia, le forze di opposizione si sono scontrate con una dura realtà: non hanno realmente compreso i meccanismi razionali e morali che muovono le scelte elettorali degli elettori di Mr B.
A mio avviso, questi si dividono in due macrocategorie: gli ignari e i conniventi.
I primi, sono coloro che, in un modo o nell'altro, sono fermamente convinti che tutto ciò che viene imputato a Mr B. sia frutto della creatività e dell'invidia dei "comunisti" (vedi sopra).
Per quanto riguarda i secondi invece, le forze di opposizione, confidando eccessivamente nella rettitudine morale del popolo italiano, hanno creduto che lo scoprire le magagne di Mr B. potesse creare disaffezione nei suoi confronti.
Hanno dovuto tristemente constatare, invece, che questi misfatti non hanno fatto altro che accrescere il mito tra quegli individui che trovano tutt'altro che riprovevoli tali comportamenti, e sono convinti, più o meno nel profondo, che vivere al di fuori della legge sia un "modus vivendi" oltremodo desiderabile.
Si pone quindi un ulteriore quesito: se la via del concreto dibattito politico non è percorribile, a causa dell'inettitudine di una parte non trascurabile della popolazione, e la via dell'attacco personale sorprendentemente non sortisce effetto, quale potrà mai essere la soluzione???
Massimo McMutton
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5 commenti:
Condivido a pieno la tua analisi: da tempo immemore sono un fautore della necessità dell'antiberlusconismo per contrapporsi al berlusconismo. Credo che, per la mentalità del popolo italiano, sia inutile, per ottenere consensi, come invece sostengono molti, "parlare del programma" e "fare proposte concrete". Invece credo sia molto utile, a tale scopo, screditare l'avversario e ripetere incessantemente gli stessi concetti, per inculcarli nella mente del popolino: insomma, ripagare Berlusconi con la sua stessa moneta! Per quanto poi riguarda la tua distinzione dei Pidiellini in due categorie, credo che gli "ignari" siano irrecuperabili, ma che Silvio stia perdendo consensi fra i "conniventi". Il motivo, a mio avviso, è chiaro: essi si sono resi conto che i vari governi Berlusconi non hanno mai perseguito neppure un interesse di casta, ma semplicemente quelli del capo.
Vero! Non vorrei, però, che si fosse frainteso il mio discorso sulla necessità dell'antiberlusconismo. Intendo, l'antiberlusconismo, seppur da rivedere in una chiave differente e più efficace, è necessario per debellare il male che ha portato all'antipolitica.
Una volta che si sarà riportata la politica ad un livello che gli è consono, allora sarà prioritario ricominciare a parlare di contenuti.
Insomma...bisogna vincerle le elezioni per attuare iprogrammi!!!
Spero vivamente che parte dei "conniventi" decida di redimersi...
PS: seppur fittizio, sarebbe auspicabile che utilizzaste un nome per il commento, in modo tale da poter "indirizzare" le risposte, qualora ci fossero commenti multipli e contemporanei.
Il discorso è perfettamente condivisibile, ma se si vuole trovare una risposta, allora questa non può prescindere dalla considerazione che il nostra Paesucolo sia in realtà una specie di pattern di situazioni sociali, economiche e culturali molto diverse tra loro che raramente hanno interesse nel governo "centrale", inteso come rappresentazione di una unità più fittizia che reale....Tutta questa introduzione pallosa è per dire che l'unico modo di migliorare la nostra società, a mio parere, è cercare di cambiare la situazione,non necessariamente attraverso un partito, ciascuno nel propio comune\cittadina\paese\borgo\villaggio\quattrocasesparse e una volta che personalmente ci si sarà impegnati nel proprio piccolo, si riuscirà a esprimere un govenrno migliore. Finchè la nostra casa rimane sporca, è difficile che qualcuno ce la venga a pulire....
federico bernetti
Grazie Federico per il commento.
In effetti, il mio post era concepito proprio in quest'ottica, ossia, nel cercare delle reali soluzioni. Una di queste potrebbe essere un reale proselitismo dal basso che porti a rompere i meccanismi razionali e morali che guidano le scelte di coloro che hanno portato al governo la nostra classe dirigente.
Dai comportamenti più stupidi (come l'incazzarsi realmente se qualcuno butta immondizia per strada)a quelli più importanti (come la denuncia di comportamenti illegali rilevanti),etc.etc.etc.
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