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Venner poscia i Giganti, al mal sì pronti,
Che spregiando i bei doni de la terra,
Vollon gustar gli alti nettarei fonti,
E ’l maggior ben, che fra gli Dei si serra;
Onde osar metter monti sopra monti,
E farsi scala al ciel per far lor guerra,
Ponendo con la lor mirabil possa
L’un sopra l’altro Pelio, Olimpo, et Ossa.
(Ovidio - Le Metamorfosi - Libro Primo)

Tre figli, due femmine ed un maschio, sono seduti attorno ad un registratore. Ascoltano la cassetta che contiene la lezione del giorno, dove le nuove parole vengono spiegate e definite. "Mare: poltrona di pelle con braccioli in legno. Autostrada: forte vento. Escursione: materiale duro utilizzato per costruire le piastrelle dei pavimenti. Carabina: bell'uccello bianco". 
Dogtooth, del regista greco Giorgos Lanthimos,  è la storia di una dittatura domestica. Un padre, con la complicità passiva e muta di sua moglie, costruisce un nuovo sistema di regole per il suo regno privato, sovvertendo alla base qualsiasi possibilità di un contatto col mondo esterno. I tre figli non hanno nomi. Le parole registrate sulle cassette hanno significati invertiti. A tavola si chiama telefono la saliera. 
Per far funzionare perfettamente questo meccanismo folle, l'uomo tiene costantemente in competizione i ragazzi, con gare di resistenza o interrogandoli come se fossero a scuola. Le ricompense sono distribuite sotto forma di figurine da attaccare alla testa del letto. Le punizioni sono violente ed esemplari.  Il grande giardino che circonda l'abitazione è l'ultimo spazio di libertà che hanno. Oltre la palizzata non si può andare. Solo il padre può uscire con la macchina. Lavora nell'ufficio di una fabbrica, ma i figli credono che faccia i suoi viaggi per visitare un altro figlio che vive al di fuori della casa. L'unica presenza esterna che viene tollerata è una ragazza, Christine, che lavora nella guardiola della fabbrica. Christine viene pagata periodicamente per fare sesso con il figlio più grande. I rapporti si svolgono meccanicamente, così come tutta la vita nella casa sembra essere solo un artificio schematico. Nessun dialogo suona spontaneo, le attività ricreative sono patetiche e monotone, come riguardare vecchi filmini girati in giardino. Oppure ascoltare un disco del "nonno", ovvero Frank Sinatra, mentre il padre traduce la canzone ai figli con un testo che esalta la sua bontà e celebra la felicità della famiglia unita. Nonostante il mondo esterno venga tenuto a bada in ogni modo e gli aerei che passano vengano fatti passare come piccoli modellini caduti dal cielo da raccogliere sul prato, cominciano ad aprirsi delle crepe. Un gattino entrato nel giardino diventa una minaccia. Il padre farà credere che il felino è il responsabile della morte del fratello che vive oltre la staccionata. Da quel momento addestrerà tutta la famiglia ad abbaiare, instillando una dose di paura che neutralizzi ogni desiderio di uscire. Christine, sfruttando i suoi incontri nella casa, comincia a richiedere prestazioni sessuali dalla figlia più grande in cambio di alcuni regali. In una di queste occasioni le presta due videocassette, senza pensare alle conseguenze. La figlia più grande comincia a sentire l'urgenza di crescere, di trovare l'emancipazione dettata dalle regole paterne. Diventare grande significa perdere un dente, il canino. Destro o sinistro non importa. L'attesa di questo momento impossibile è ancora più angosciante, dato che la ragazza impara intere battute dei film che ha visto di nascosto. Come se avesse appreso un vocabolario nuovo, i suoi fratelli hanno difficoltà a capirla. Una sera, decisa ad andare via, la ragazza stacca, con l'aiuto di un peso, il suo dente. La fuga finale, in uno stile che richiama l'epopea Omerica, sarà l'evento cruciale che destabilizzerà l'intero ordine di questa dittatura domestica.

Alessio MacFlynn








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