Ciao Nilla.

 
Sabato 12 Marzo si è spenta all'età di 91 anni Nilla Pizzi, meglio nota come "La regina del soul" o "Il cigno di Utrecht". Adionilla Negrini Pizzi è stata la prima cantante donna di colore a vincere Sanremo, precedendo la nascita dei genitori di Danny Mendez. Tra le sue canzoni più popolari ricordiamo "Grazie dei fior", "Vola colomba" e "Rock the casbah".
Nata a Sant'Agata Bolognese nel 1919 da padre contadino e madre wedding planer, Nilla, si mette subito in luce cantando nel coro della chiesa del paese e incendiando la roulotte di Django Reinhardt.
All'età di vent'anni intraprende una pericolosa relazione con Italo Balbo che la porterà a cantare in spettacoli per le forze armate. A causa di una bomba a mano azionata per sbaglio perderà temporaneamente l'uso del Si bemolle. Dopo la morte di Balbo avvenuta per un errore di valutazione sulla tenuta del bungee jumping, la Pizzi, cadrà in una profonda depressione acuita dalla vittoria degli
alleati e l'introduzione del suffraggio universale.
Gli anni '50 sanciscono il grande successo di Nilla Pizzi al grande pubblico, vince due edizioni consecutive del Gods of Metal e compare sulla prima copertina di Playboy sbaragliando la concorrenza di una biondina di dubbio gusto. La critica musicale impara ad amarla per la sua tipica voce "bruna e ferma" che scatena in chi l'ascolta un turbine di emozioni equiparabile ai violini di "The days of Pearly Spencer" a allo sguardo attonito di Gasparri davanti a un cubo di Rubik.
Ma nuove ombre si affacciano sulla carriera di Nilla: la relazione con un giovane governatore del Massachusetts, una rara forma di stitichezza che non le da pace negli anni bisestili e la dipendenza dal caciocavallo. La morte di Buddy Holly però le ridona fiducia, così si lancia in mirabili intuizioni musicali: come consigliare a Pete Best di lasciare i Beatles, far scoprire l'eroina ai Rolling Stones e regalare a
Ray Charles un bel paio di occhialoni neri.
Arrivano gli anni della contestazione, Nilla disorientata dai grandi temi sociali del '68 decide di non radersi più le ascelle conquistando a sua insaputa l'ingresso in una comune vicino Orvieto. Lì conosce le droghe leggere e il salto della quaglia, in ordine inverso di importanza. La sua fama però non viene offuscata dalla nuova ondata musicale, da oltre oceano arriva l'invito ufficiale a partecipare al festival di Woodstock dove però non si esibirà mai a causa di un lite furibonda con Janis Joplin riguardante la necessità o meno di usare il grasso di foca per resuscitare gli ermellini.
Così si arriva agli anni '70, Andy Warhol si ispira a lei per la copertina di "The Velvet Undergorund and Nico", Jim Morrison muore misteriosamente dopo aver chiaramente plagiato "Papaveri e papere" e falliscono due attentati a Mina. L'introduzione della tv a colori impedisce alla Pizzi di comparire in tv per anni, così comincierà a scrivere testi sotto il falso nome di Mogol. Questo stratagemma le
permetterà di nascondere il proprio patrimonio all'estero e avere Battisti come autista personale.
Durante il capodanno del '79 confesserà ai propri familiari di essere totalmente estranea alle morti di Aldo Moro e Papa Luciani. Suo figlio Alfonso (nato dalla relazione con Lou Reed) dichiarerà in seguito che nessuno gliel'aveva chiesto.
Nel decennio successivo Nilla Pizzi si dedica al commercio della lacca e alla massoneria, sua vecchia passione. La bomba alla stazione di Bologna le ridona il Si bemolle, ma da quel giorno in poi sarà totalmente incapace di incendiare la chitarra e gettarsi sul pubblico masticando un pipistrello in agrodolce. Quindi compone canzoni per artisti celeberrimi quali Viola Valentino, Ivan Cattaneo, Enrico Beruschi e Stefano Tacconi. Inoltre firma un contratto con il diavolo per comparire in tutto le trasmissioni di Paaolo Limiti, indimenticabili le gare di rutti con Floradora. Una volta estradati i capelli del conduttore la Pizzi non apparirà più in video per anni, e sono gli anni del declino fisico, dei problemi cardiaci e del suo ultimo impiego da webcam girl.
Così sabato scorso si è spenta in una clinica di Milano l'ultima grande voce della musica italiana, dopo aver regalato al suo paese una cornice inenarrabile di note e sussulti, ma non prima di aver lasciato ogni suo avere a Lele Mora.

R.I.P.

Andrea McManaman.


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