Per colpa di...



Questa non so proprio come raccontartela. È una questione di colpe, ecco. Quando l'emozione si fa troppo grande non riesco ad abbracciarla più tutta, e allora gli rifilo un paio di calci e cerco di sputargli un po' addosso.  È una questione di colpe, a volte, la passione. E allora ho voluto dirgliene quattro. A lui. Perché è tutta colpa sua, ecco.

Per colpa di Tom Waits sono passato alle Lucky Strike, quando ero al liceo. Di media un pacchetto al giorno, giusto per assicurarmi che la mia voce assumesse due tonalità in meno. Non contento ho iniziato anche a soffiare via il fumo proprio come avevo visto fare nei suoi live e nei film dove compariva. Un piccolo spazio al lato della bocca. Mai troppo grande, mai troppo piccolo. E sempre stringendo la sigaretta con due dita ben tese.

Per colpa di Tom Waits ho iniziato a collezionare cappelli. Ne ho di tanti tipi, anche se non li indosso spesso. Ma è bello sapere che ci sono quando servono.

Per colpa di Tom Waits ho un pianoforte e quelle poche canzoni che so suonare sono le sue.

Per colpa di Tom Waits ho speso un mucchio di soldi in dischi, cd, libri e dvd.

Per colpa di Tom Waits ho dormito molte notti vestito. E in effetti non era davvero necessario.

Per colpa di Tom Waits ho iniziato ad amare la pioggia e la sorpresa della gente che non se l'aspetta.

Per colpa di Tom Waits ho pensato che non fosse poi così male ubriacarsi da soli e bighellonare per tutta la notte, in cerca di storie e persone sole quanto me.

Per colpa di Tom Waits ho scoperto che ogni oggetto può essere uno strumento. Le porte che cigolano, le seghe elettriche, le sedie trascinate e i vecchi cerchioni non fanno rumore. Hanno solo una voce strana.

Per colpa di Tom Waits ho capito che non serve essere intonati per poter urlare.

Per colpa di Tom Waits ho sperato che gli ultimi potessero davvero essere i primi, perché i primi non hanno molto da raccontare.

Per questo e quello, ogni tanto mi ritrovo a litigare con chi, senza saperlo, ha un ruolo silenzioso nella mia vita. Non è semplice emulazione. Come diceva Pavese, nei grandi libri si trova la vita già scritta, così come pensiamo debba essere scritta e raccontata. Ecco, la sensazione è proprio questa. Come se qualcuno avesse già detto tutto al posto mio, e lo avesse fatto così bene da non lasciarmi neanche le briciole.

E allora mi viene da incolpare qualcuno,come se tirassi sassi al vento.
Ma alla fine non si tratta neanche di questo.
Semplicemente è che così funziona l'amore.



Alessio MacFlynn


1 commenti:

FSRBSA McMutton (Haggis) ha detto...

...e, forse, è anche colpa sua se sei diventato così bravo...
Leggevo il post di ritorno dall'università, durante quella traversata oceanica a cui sono costretto ogni giorno.
Devo dire che, per i cinque minuti spesi nella lettura, non ho più pensato al mio bel 309 e all'ennesimo romano con strane teorie sul parcheggio.
Inoltre, mi sono scoperto privo di un mio Campione di colpa. Non so se farmene un problema...ma è così...
So bene che ogni azione della nostra vita è plasmata da qualcosa o da qualcuno.
So bene di essere il prodotto di cose imparate e persone conosciute, ma mi riesce difficile attribuire distintamente le colpe.
Sarà un male? BAH!

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